La grotta incantata dedicata alle ninfe a Siracusa
Accanto si scorgono delle edicole votive che erano adibite alla celebrazione degli eroi. A est della spelonca, invece, risalta il mulino ad acqua di epoca spagnola
Scavata nella roccia del colle Temenite, la grotta del Ninfeo rientra tra le principali attrazioni del parco archeologico Neapolis di Siracusa. Situata a ridosso della parte sommitale del rilievo montuoso, costeggia il teatro greco e si erge al centro della parete rocciosa. In quest’area, un tempo, figurava un porticato chiuso a forma di lettera “L”.
Secondo le fonti storiche anticamente era la sede del “Mouseion”, noto pure come santuario delle muse. Inoltre, ulteriori testimonianze tramandano che ricoprì anche la funzione di “ Corporazione degli Artisti”.
Questa grotta perennemente irrigata da uno di essi; onde appellata la “Grotta dell’acqua”, poteva già essere per l’uso degli Efebi vincitori dell’Accademia di musica al pari di quella che, secondo Patisania, era già sul teatro di Atene; e forse con più probabilità un Ninfeo, cioè quivi una grotta adorna di più statue di Ninfe, con giuochi d’acqua, come vuolsi che più significhi questo nome".
L’acqua, che scorre dalla grotta, si chiama Galermi, che significa buco d’acqua. Il cavo, che si vede, il quale corrisponde a un acquedotto, fu fatto posteriormente dall’Università, per condurre nel secolo XV le acque in città.
Infatti si osserva dal presente capo nel muro, che corrisponde in detto acquedotto, e i canali, che sono piantati in giro per tutta l’anatomia del paradiso sull’alto, e poi voltano verso la chiesa di San Niccolò, a quale effetto e si erogano delle grosse somme”.
Scavata nella roccia del colle Temenite, la grotta del Ninfeo rientra tra le principali attrazioni del parco archeologico Neapolis di Siracusa. Situata a ridosso della parte sommitale del rilievo montuoso, costeggia il teatro greco e si erge al centro della parete rocciosa. In quest’area, un tempo, figurava un porticato chiuso a forma di lettera “L”.
Secondo le fonti storiche anticamente era la sede del “Mouseion”, noto pure come santuario delle muse. Inoltre, ulteriori testimonianze tramandano che ricoprì anche la funzione di “ Corporazione degli Artisti”.
Questa grotta perennemente irrigata da uno di essi; onde appellata la “Grotta dell’acqua”, poteva già essere per l’uso degli Efebi vincitori dell’Accademia di musica al pari di quella che, secondo Patisania, era già sul teatro di Atene; e forse con più probabilità un Ninfeo, cioè quivi una grotta adorna di più statue di Ninfe, con giuochi d’acqua, come vuolsi che più significhi questo nome".
L’acqua, che scorre dalla grotta, si chiama Galermi, che significa buco d’acqua. Il cavo, che si vede, il quale corrisponde a un acquedotto, fu fatto posteriormente dall’Università, per condurre nel secolo XV le acque in città.
Infatti si osserva dal presente capo nel muro, che corrisponde in detto acquedotto, e i canali, che sono piantati in giro per tutta l’anatomia del paradiso sull’alto, e poi voltano verso la chiesa di San Niccolò, a quale effetto e si erogano delle grosse somme”.